la città dei matti
“C'era una volta la città dei matti…", una miniserie TV italiana in due puntate diretta da Marco Turco, racconta la storia del rivoluzionario psichiatra Franco Basaglia e della sua lotta per trasformare il sistema psichiatrico italiano negli anni ‘60 e ‘70. Basato su fatti reali, il film esplora la chiusura dei manicomi, ponendo al centro la battaglia per restituire dignità ai pazienti psichiatrici, trattati per anni in modo disumano.
La prima puntata introduce Franco Basaglia, interpretato da Fabrizio Gifuni, che arriva nel manicomio di Gorizia negli anni '60, all’inizio della sua carriera. Colpito dalle condizioni inumane e oppressive in cui versano i pazienti, tra cui Nino, un uomo con problemi psichiatrici causati dal suo passato traumatico, Basaglia si rende conto dell'inadeguatezza delle pratiche convenzionali della psichiatria. I pazienti sono costretti in camicie di forza, sottoposti a elettroshock e trattati come prigionieri anziché persone malate.
Deciso a cambiare le cose, Basaglia adotta un approccio innovativo: aprire le porte dei reparti, abolire le contenzioni e stabilire un dialogo reale con i pazienti, convinto che l’empatia e la comprensione possano essere parte della cura. Tuttavia, i suoi metodi incontrano una forte resistenza sia dal personale, abituato a trattare i pazienti come oggetti, sia dalle autorità e dalla società, che considerano i malati mentali come pericolosi e incontrollabili. Nonostante le critiche e le difficoltà, Basaglia è fermo nelle sue convinzioni e, poco a poco, ottiene il sostegno di alcuni collaboratori, come la giovane psichiatra Margherita e altri medici, infermieri e pazienti. La prima parte del film si chiude con l’inizio della trasformazione dell'ospedale psichiatrico in un luogo di accoglienza e cura autentica.
Cosa dice la legge 180 del 1978?
È in ogni caso vietato costruire nuovi ospedali psichiatrici, utilizzare quelli attualmente esistenti come divisioni specialistiche psichiatriche di ospedali generali, istituire negli ospedali generali divisioni o sezioni psichiatriche e utilizzare come tali divisioni o sezioni neurologiche o neuropsichiatriche.
Nella seconda puntata, il film si sposta al manicomio di Trieste, dove Basaglia continua la sua missione di umanizzare il trattamento dei pazienti psichiatrici e lottare per l’abolizione dei manicomi in Italia. Qui incontra Petra , una paziente ribelle con una storia familiare e personale complessa, che diventa una figura simbolica del movimento di emancipazione dei pazienti psichiatrici. Franco Basaglia la aiuta a trovare una nuova consapevolezza di sé, cercando di reinserirla in società.
Basaglia lancia anche un laboratorio creativo e di espressione artistica per i pazienti, che li aiuta a ritrovare dignità e fiducia. La lotta contro le istituzioni mediche e politiche, però, continua: Basaglia e i suoi collaboratori devono affrontare minacce e tentativi di sabotaggio, ma grazie alla loro tenacia riescono a conquistare l’opinione pubblica. La storia si avvicina al momento storico della Legge Basaglia (Legge 180 del 1978), che decreta la chiusura dei manicomi in Italia e sancisce il diritto dei malati di mente a essere curati in modo umano, integrandoli nella società.
Il film termina con un messaggio di speranza e giustizia: grazie al coraggio e alla determinazione di Basaglia, l’Italia è diventata un modello di riferimento per il trattamento umano dei malati psichiatrici.non
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